Pare fossero le arance i celebri “frutti d’oro” celebrati nella mitologia greca, simbolo di fecondità e amore, portati in dote da Giunone allo sposo Giove, il quale ne racchiuse gli alberelli in un giardino custodito dalle ninfe Esperidi (di qui il termine “esperidi” per indicare gli oli essenziali ottenuti per estrazione dagli agrumi). Sarebbero, dunque, proprio le arance, e non come più comunemente si crede le mele, i pomi d’oro predati da Eracle nel Giardino degli Dei come sua ultima fatica. In realtà la patria dell’arancia è la Cina e furono i marinai portoghesi ad importarla nel Vecchio Continente nel XIV secolo, come testimonierebbe la presenza nei dialetti italiani di varianti della parola “portogalli” per definire questi frutti. Altre teorie, altrettanto verosimili, ritengono tuttavia che l’arancia avesse viaggiato molti secoli prima verso l’Europa, tramite la Via della Seta, approdando però nella sola Sicilia. Questo spiegherebbe la presenza nei testi romani del I secolo di un frutto chiamato melarancio.
L’albero delle arance, appartenente alla famiglia delle Rutacee, presenta foglie piene e oblunghe e delicati fiori, sin dall’epoca delle crociate associati alle nozze perchè, per usanza saracena, simbolo di fecondità e purezza. È possibile raccoglierne i frutti (ha un periodo di riposo di soli tre mesi) da ottobre/novembre, con le Navel a maggio/giugno con le Valencia e le Ovali; nei mesi di mezzo si hanno invece le Tarocco e le Moro. L’arancia ha un aspetto tondeggiante; esternamente presenta una scorza o buccia tipicamente rugosa (epicarpo) di un colore che a seconda della maturazione passa dal giallo al rossastro; all’interno ha uno strato più o meno spesso di colore bianco (albedo) e la polpa (endocarpo) è suddivisa in spicchi o logge saturi di succo, anch’esso di un colore che varia nei toni dell’arancione. Generalmente, si preferisce coltivare specie prive di semi, essendo questi alquanto duri. Le varietà sono numerose e, peraltro, l’arancia è l’agrume più diffuso al mondo, sebbene tipico di paesi mediterranei quali Spagna, Grecia e Italia, quest’ultima con le regioni Sicilia e Calabria in testa.
La distinzione primaria è quella tra l’arancia amara, dalla buccia sottile, con una polpa amarognola e ricca di semi, e l’arancia dolce a sua volta suddivisibile in arance bionde, con polpa giallo arancio (Washington, Navel, Navelina, Navelate, Newhall, Thompson, Golden Buckeye), arance biondo comune (Belladonna, Valencia ed Ovale) e arance rosse con polpa a pigmenti di color rosso (Tarocco, Moro, Sanguinello e Sanguigno).
Il frutto dell’arancio ha ottenuto due riconoscimenti di “Indicazione geografica protetta”: il primo in Puglia con l’Arancia del Gargano IGP (Registrazione europea con Regolamento CE n. 1017/07) e l’altra nel catanese con l’Arancia Rossa di Sicilia IGP (Registrazione europea con Regolamento CE n. 1107/96).
L’ACQUISTO
Presenti sul mercato per tutta la stagione invernale, a seconda delle varietà naturalmente, è consigliabile acquistarle compatte, sode e senza traccia di verde sulla buccia. Se il picciolo è attaccato al frutto allora certamente siamo di fronte a un prodotto fresco e ben tenuto.
VALORE NUTRITIVO E CONSUMO
Vero e proprio portento della natura, il frutto dell’arancio è unanimemente considerato uno ra i più nutritivi: con 100 g si copre il fabbisogno giornaliero di vitamina C, essenziale per rafforzare le difese immunitarie e combattere i radicali liberi, prevenendo l’invecchiamento cellulare. L’arancia è anche un potente antinfiammatorio grazie a due sostanze in essa contenute: l’esperidina e gli anticiani (ravvisabili nei pigmenti della polpa, dunque maggiori nei frutti più rossi) che rafforzano il cuore e le arterie. Contiene poi numerosi sali minerali tra cui il calcio, il magnesio, il fosforo, che stimola l’attività cerebrale, il potassio, utile per una buona circolazione, e il selenio, vero nemico dei radicali liberi. Il consumo più comune è quello del frutto fresco a spicchi, preferibilmente senza scartarne la parte bianca sotto la buccia perché ricca di rutina, un potente antiossidante protettore delle pareti vasali. Anche chi soffre di diabete può cibarsene, perché la quantità di zuccheri contenuti non è rilevante; l’arancia è, difatti, costituita per il 90 % di acqua: per questa ragione è, oltre che un fresco dissetante, davvero povera di calorie (soltanto 34 Kcal per 100 g). La componente zuccherina tuttavia è in grado di ripristinare immediatamente le riserve energetiche del corpo umano.
CONSERVAZIONE E UTILIZZO
Le arance sono molto delicate, ciò nonostante possono essere conservate anche fino a quattro settimane, se tenute in luoghi aperti come il balconcino di casa. Conservarle in frigo può prolungarne la durata ma le espone certamente a muffe e a un deterioramento del gusto. Le arance a polpa rossa tendono a guastarsi prima di quelle bionde, la presenza delle antocianine, infatti, tende con il tempo ad alterarne il sapore.
L’impiego nell’industria alimentare è ampio e variegato: marmellate, canditi, succhi, liquori, dolci, creme solo alcune delle vivande a base di arancia, utilizzata anche nei più svariati condimenti dal sapore agrodolce. L’industria cosmetica ne beneficia, servendosi in particolare dei fiori e della buccia dell’arancio amaro per la preparazione di infusi contro l’insonnia e l’accumulo di grassi, quindi come preziosi ingredienti di prodotti dimagranti ed anticellulite. Gli esperidi poi sono aromi freschi e piacevoli di numerose fragranze per il corpo o per gli ambienti.
Pan di Spagna alle arance
Ingredienti per 8 persone (teglia di media misura)
300 g di farina
200 g di zucchero
3 uova
1 bustina di lievito
2 arance
2 cucchiai di latte
75 g di burro
zucchero velo
Sbattere le uova con lo zucchero, poi aggiungere il burro fuso e il latte, quindi la buccia di un’arancia grattugiata e il succo di entrambe. Unire, quindi, al composto la farina e il lievito. Infornare a forno preriscaldato a 180° per circa 30 minuti. A piacimento, farcire l’interno del Pan di Spagna con della crema pasticcera o spolverarne semplicemente la superficie con dello zucchero a velo.