In passaato sulla tavola apparecchiata per il pranzo quotidiano comparivano due bicchieri: uno per l’acqua e l’altro per il vino.
Oggi, a dire una cosa del genere a qualcuno del gran numero degli appassionati intenditori ed enologi, vi guarderebbero con aria di supponenza! Ogni tipo di vino, vi dichiarerebbero, deve avere il suo tipo di bicchiere. E così, per apparecchiare la tavola per un invito importante, sono molte le persone che oggi si mettono in agitazione, agitazione che aumenta esponenzialmente se provate a fare una capatina in qualche negozio specializzato in cristallerie. Ve ne sciorinano davanti un numero incredibile: calici grandi e piccoli, grossi e panciuti, lunghi flûte, coppe, e ai vostri occhi sempre più stupiti faranno notare il diverso diametro del bordo; perché, sì, il bicchiere a calice per il vino bianco avrà un’imboccatura diversa a seconda, se bevendolo, dovrete assaporare meglio i profumi di fiori e frutti a polpa bianca o avvertire la sottile differenza che distingue olfattivamente i fiori e la frutta a polpa rossa. Il grosso calice panciuto, che deve ricevere i vini rossi invecchiati, servirà invece per dare al nettare di Bacco la giusta ossigenazione prima di essere bevuto. Come vedete c’è di che mettere in imbarazzo anche una persona ben informata.
Noi vogliamo che i nostri lettori restino con i piedi per terra: intanto – questo sì ci sembra abbastanza importante – bisognerebbe preferire il bicchiere a gambo lungo, perché impedisce di modificare con il calore delle mani la temperatura del vino che ci viene servito. Due bicchieri in tavola andranno benissimo, per l’acqua e per il vino bianco; ne aggiungeremo uno più grande per il rosso oppure uno panciuto, se il menù prevede un abbinamento con un gran rosso. Li sistemeremo in alto, sopra il piatto sulla destra, messi a scala prima il più piccolo e poi il più grande e, se c’è il vino rosso, aggiungeremo anche il bicchiere adatto. E il flûte per lo spumante? Se disponiamo di una tavola spaziosa, possiamo sistemarlo a triangolo dietro la fila dei bicchieri; ma per le tavole che ormai si sono notevolmente ristrette per via dei pochi metri quadrati della sala da pranzo, in questo caso potrà benissimo arrivare in tavola, quando sarà giunto il momento di servire lo spumante o lo champagne. E, naturalmente, questo discorso vale anche per il grosso e panciuto bicchiere del rosso.
Mi ricordo di un pranzo in un castello in Bretagna: avevo davanti una schiera di nove bicchieri, dico nove! Alla mia richiesta di bere del Gewurztraminer, mi fu cambiato velocemente un bicchiere sostituito subito da uno col piede leggermente verde: perché, mi si spiegò, sollevando il bicchiere per bere, il colore avrebbe, in trasparenza sul vino, sottolineato la tinta vagamente verdina di quel nettare. Dunque, il mio invito è questo: per piacere, amici, restiamo con i piedi per terra, anche in fatto di bicchieri!