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Come Preparare un Fissativo per gli Acquerelli

Un fissativo, in ambito artistico, è un film sottile applicato sopra un’opera per ridurre la tendenza allo sfregamento, limitare la riattivazione dei materiali e proteggere la superficie da polvere e contatto accidentale. Con gli acquerelli, però, la questione è più complessa rispetto a carboncino o pastello: la pittura ad acquerello nasce per restare “aperta”, con pigmento e legante che rimangono parzialmente reattivabili all’acqua anche a distanza di tempo. Questo significa che un fissativo fatto in casa non può trasformare un acquerello in una superficie impermeabile senza conseguenze estetiche; al massimo può ridurre sensibilmente la delicatezza superficiale e rendere più gestibile la manipolazione, soprattutto prima dell’incorniciatura.

È utile chiarire fin dall’inizio che la protezione più sicura e conservativa per un acquerello rimane l’incorniciatura sotto vetro, preferibilmente con passpartout che eviti il contatto diretto tra vetro e pittura. Il fissativo è un intervento aggiuntivo, da usare quando hai un’esigenza concreta, come spedire opere non incorniciate, lavorare con tecniche miste, o ridurre lo “spolvero” di grafite e matite usate per disegno preparatorio.

Contents

  • 1 Quando ha senso usarlo e quando è meglio evitarlo
  • 2 Principi di un fissativo “domestico” ben progettato: film sottile, nebulizzazione fine, minima umidità
  • 3 Prima opzione: fissativo leggero a base di gomma arabica, pensato come “velo di legante”
  • 4 Seconda opzione: fissativo “workable” con polimero acrilico molto diluito, più protettivo ma più invasivo
  • 5 Attrezzatura e ambiente: ciò che determina il successo più della ricetta
  • 6 Procedura di applicazione: come ridurre al minimo aloni e migrazioni
  • 7 Prove, compatibilità e controllo del risultato: l’unica vera regola non negoziabile
  • 8 Conservazione del fissativo fatto in casa e limiti pratici
  • 9 Conclusioni

Quando ha senso usarlo e quando è meglio evitarlo

Preparare e applicare un fissativo ha senso quando devi mitigare problemi specifici: ad esempio quando la superficie si segna facilmente con le dita, quando alcune velature si rialzano al minimo contatto umido, o quando vuoi applicare ulteriori strati di tecnica secca sopra l’acquerello senza trascinare pigmento. Ha meno senso, e spesso è sconsigliabile, se l’opera punta su effetti delicatissimi di granulosità, fioriture e opacità, perché un film protettivo può alterare il valore dei toni, aumentare la saturazione, cambiare la “mano” della carta e introdurre una leggera lucidità.

Va evitato anche quando non sei disposto a fare prove: la variabilità è alta, perché cambiano il tipo di carta (cotone, cellulosa, collata internamente o superficialmente), il pigmento (alcuni sono più mobili), la quantità di legante usata, e l’eventuale presenza di mascherature o texture. Un fissativo non è un gesto neutro: è un compromesso tra protezione e fedeltà visiva.

Principi di un fissativo “domestico” ben progettato: film sottile, nebulizzazione fine, minima umidità

Un fissativo per acquerelli, per funzionare senza rovinare l’opera, deve depositarsi come nebbia finissima e asciugare in tempi rapidi. Se bagni troppo la superficie, l’acqua riattiva immediatamente il colore e crea aloni, colature, bordi duri o migrazioni di pigmento. Anche quando la formula contiene una percentuale d’acqua, l’obiettivo è che il solvente più volatile aiuti l’evaporazione e riduca il tempo in cui il colore resta “bagnabile”.

L’altro principio è la sottigliezza: il fissativo deve essere un velo, non una pellicola spessa. Più aumenti lo spessore, più crescono i rischi di viraggio cromatico, di brillantezza indesiderata e di “plastificazione” della carta. Per questo, nella pratica, è quasi sempre preferibile applicare più passaggi leggerissimi piuttosto che un’unica applicazione generosa.

Prima opzione: fissativo leggero a base di gomma arabica, pensato come “velo di legante”

La soluzione più prudente da preparare in casa, se vuoi restare in un’area relativamente compatibile con l’acquerello, è un fissativo molto leggero che usa gomma arabica come legante. Non è una vernice protettiva nel senso tradizionale, ma un sottilissimo rinforzo del film pittorico, concettualmente simile a un “medium” molto diluito nebulizzato.

In pratica, puoi partire da gomma arabica in soluzione pronta per acquerello, oppure da gomma arabica alimentare sciolta in acqua distillata fino a ottenere una soluzione limpida e non troppo viscosa. Per renderla più adatta alla nebulizzazione e ridurre il tempo di bagnatura sulla carta, la parte acquosa può essere parzialmente sostituita con alcol isopropilico in concentrazione moderata, così che l’evaporazione sia più rapida e l’acqua effettiva depositata sia minore. Una proporzione ragionevole, da considerare come punto di partenza e non come “formula universale”, è ottenere una soluzione finale in cui la gomma arabica sia presente in percentuale bassa, sufficiente a lasciare un velo appena percettibile e non un film lucido. Se la miscela resta appiccicosa o asciuga lucida, è un segnale che hai spinto troppo il legante.

Questa opzione è utile se il tuo obiettivo è ridurre leggermente la polverosità di alcuni pigmenti o stabilizzare velature molto fragili, ma non aspettarti miracoli su acquerelli molto saturi e ricchi di legante: in quei casi la differenza può essere limitata. Il vantaggio è che, se lavori con materiali tradizionali, la gomma arabica è chimicamente coerente con l’acquerello; lo svantaggio è che, proprio perché è coerente, rimane in parte sensibile all’umidità e non garantisce una protezione “da acqua”.

Seconda opzione: fissativo “workable” con polimero acrilico molto diluito, più protettivo ma più invasivo

Se cerchi una protezione più concreta contro sfregamento e manipolazione, molti artisti scelgono prodotti spray a base di resine acriliche. Prepararne uno in casa è possibile solo se accetti due realtà: la prima è che stai introducendo un film estraneo alla tradizione dell’acquerello, la seconda è che la formula deve essere estremamente diluita e applicata con attrezzatura che nebulizzi bene, altrimenti ottieni macchie o lucidità irregolare.

L’approccio più praticabile, in ambito domestico, è partire da un medium acrilico artistico di buona qualità, idealmente dichiarato non ingiallente, e diluirlo fino a farlo diventare spruzzabile con un nebulizzatore fine o, meglio, con aerografo. Qui il punto critico è evitare una miscela troppo “acquosa” che riattivi l’acquerello: spesso si lavora con una quota di acqua distillata minima e una quota di alcol isopropilico che aiuta la fluidità e la rapida evaporazione. Il risultato, se ben calibrato, è un velo più resistente della gomma arabica, con maggiore riduzione dello sfregamento. Il prezzo da pagare può essere un leggero aumento di saturazione, un cambio di opacità e, su alcune carte, una differenza di riflessione tra zone più cariche e zone più leggere.

Questa soluzione è consigliabile soprattutto per lavori destinati a essere maneggiati, spediti o archiviati senza vetro nel breve periodo, oppure quando stai costruendo una tecnica mista in cui vuoi “bloccare” una fase per lavorare sopra. È meno consigliabile per acquerelli da esposizione in cui il controllo della superficie è parte del linguaggio estetico.

Attrezzatura e ambiente: ciò che determina il successo più della ricetta

Con i fissativi per acquerello, la differenza tra un risultato pulito e un disastro non è tanto l’ingrediente quanto il modo in cui lo depositi. Serve una nebulizzazione fine e costante. Un semplice spruzzino da cucina tende a sputare gocce grandi, che creano chiazze e riattivano il colore. Un nebulizzatore cosmetico di qualità può essere sufficiente per prove e piccoli formati, mentre un aerografo offre la massima uniformità se hai dimestichezza.

L’ambiente deve essere ventilato e privo di polvere in sospensione, perché mentre il film asciuga può catturare particelle e lasciare puntinature. Va controllata anche l’umidità: in giornate molto umide l’asciugatura rallenta e aumenta il rischio di riattivazione. Se usi alcol isopropilico o altri solventi, la ventilazione diventa anche un requisito di sicurezza, insieme all’assenza di fiamme libere e fonti di accensione.

Procedura di applicazione: come ridurre al minimo aloni e migrazioni

La procedura più affidabile è trattare l’applicazione come una “polvere” che si deposita. L’opera va fissata su un supporto rigido e tenuta idealmente in posizione orizzontale, così le microgocce non scivolano creando colature. La distanza di spruzzo deve essere sufficiente a far arrivare una nebbia, non un getto bagnato. È preferibile muovere la mano con passaggi continui e leggeri, evitando di insistere su un punto: se insisti, lo bagni, e se lo bagni l’acquerello si muove.

Tra un passaggio e il successivo, è essenziale lasciare asciugare davvero. L’asciugatura “a tatto” non sempre coincide con la stabilizzazione del film: se applichi un secondo strato mentre il primo è ancora umido, aumenti rapidamente l’acqua disponibile e riattivi i pigmenti. In molti casi funziona meglio attendere che l’odore di solvente sia quasi scomparso e che la carta sia tornata alla sua sensazione normale, non fredda e umida.

Prove, compatibilità e controllo del risultato: l’unica vera regola non negoziabile

Qualunque fissativo preparato in casa richiede prove su campioni reali. L’ideale è usare lo stesso tipo di carta e gli stessi colori dell’opera, replicando una piccola area con velature leggere e zone sature, perché sono le due aree che reagiscono in modo diverso. La prova serve a controllare tre aspetti: se cambia il colore, se cambia la brillantezza e se compare riattivazione o migrazione. Se noti anche un leggero “risucchio” dei toni scuri o un aumento di trasparenza che non desideri, significa che la formula è troppo aggressiva o che stai depositando troppo prodotto.

È importante anche accettare che alcune carte reagiscono male per loro natura. Carte molto collate in superficie possono respingere la miscela e generare “occhi” e disuniformità. Carte molto assorbenti, al contrario, possono inglobare il fissativo in modo irregolare e scurire alcune zone. Questo non è un difetto della tua mano: è interazione materiale.

Conservazione del fissativo fatto in casa e limiti pratici

Se prepari un fissativo a base acquosa, soprattutto con gomma arabica, la conservazione è un tema. Le soluzioni possono sviluppare odori o contaminazioni nel tempo, specialmente se non usi acqua distillata e se il contenitore non è perfettamente pulito. La presenza di alcol in percentuale moderata aiuta come conservante, ma non rende la soluzione “eterna”. In generale, conviene preparare quantità piccole, usarle entro un periodo breve e non conservarle in contenitori esposti a calore o luce.

Per le soluzioni con componenti acriliche, la stabilità è maggiore, ma resta il problema del deposito e dell’intasamento dell’ugello: se la miscela resta ferma, alcune particelle possono aggregarsi. Una filtrazione prima dell’uso e una pulizia immediata dell’attrezzatura dopo l’applicazione evitano la maggior parte dei problemi.

Conclusioni

Preparare un fissativo per gli acquerelli è possibile, ma va affrontato come un intervento tecnico, non come un “trucco” universale. La strada più prudente è un velo molto leggero a base di gomma arabica, utile a ridurre fragilità superficiali senza stravolgere la natura del medium, purché applicato con nebulizzazione fine e con pochissima umidità. Se serve una protezione superiore per manipolazione o tecnica mista, un film acrilico molto diluito può offrire maggiore resistenza, ma è più invasivo e richiede test accurati per evitare cambi visivi indesiderati. In tutti i casi, ciò che determina il risultato è la combinazione tra ricetta, carta, pigmenti e soprattutto modalità di applicazione, con prove obbligatorie prima di intervenire su un lavoro importante.

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Luca Miraldi

Luca Miraldi

Con oltre un decennio di esperienza nel campo della consulenza per i consumatori, Luca ha sviluppato un acuto senso per individuare le migliori offerte e prodotti di qualità. È rinomato per la sua capacità di analizzare complessi dati dei consumatori e trasformarli in informazioni accessibili e facilmente comprensibili.

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